Cosa si rischia senza un servizio di emergenza territoriale di qualità?

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

 

Si rischia molto e sarà sufficiente portare un paio di esempi. Da quando l'AUSL di Imola e il delegato circondariale della Sanità, Onelio Rambaldi, hanno deciso di togliere il turno notturno dell'ambulanza Imola 37 – che aveva a bordo personale infermieristico del 118 - per sostituirla con una ambulanza della Croce Rossa Italiana (di seguito nominata C.R.I.) sprovvista di personale infermieristico, la qualità degli interventi non è più la stessa. Infatti, come risulta da una interrogazione fatta in Consiglio Comunale di Medicina dalla Consigliera del Movimento 5 Stelle Kim Bishop, si è verificato un caso di richiesta di soccorso sul nostro territorio, in data 16 gennaio 2014 alle ore 22, presso il Bar della Fantuzza di Medicina, dal quale è stato chiamato il 118 a causa di un uomo di 78 anni che non respirava e risultava essere in stato di incoscienza. Sopraggiunta sul posto l'ambulanza della C.R.I. e verificata la necessità di effettuare la defibrillazione, è sorto un grave problema. Come si evince dalla risposta fornita dall'AUSL imolese alla suddetta interrogazione “.....si è registrata l'impossibilità di attivare le piastre del defibrillatore per l'incompatibilità delle stesse con l'apparecchio in uso”. Ciò significa che l'ambulanza era stata equipaggiata con piastre incompatibili con il defibrillatore e quindi lo strumento risultava inutilizzabile. Si è provveduto allora a chiedere l'intervento dell'auto medica e dopo una serie di attività di assistenza, alle 22,30 il medico constatava il decesso del paziente. Nella sua risposta l'AUSL aggiunge: “...l'analisi della documentazione, da cui emerge che il paziente era un noto cardiopatico con un episodio pregresso di infarto al miocardio, mette in evidenza che il paziente ha presentato un arresto di circolo con arresto cardio-respiratorio sostenuto da un ritmo di fibrillazione ventricolare ..... si valuta pertanto che anche l'uso di terapia elettrica all'arrivo dei primi soccorritori, non avrebbe potuto modificare l'esito dell'evento in quanto attuata al di fuori dei tempi di massima efficacia”.

Noi poniamo all'attenzione due elementi:

> se gli operatori C.R.I. avevano controllato il mezzo, perché si sono trovati delle piastre non idonee?

> se ci fosse stato un paziente diverso, per esempio un cinquantenne con meno problemi, ma in arresto cardiaco, l'ambulanza C.R.I. gli avrebbe tolto una determinante possibilità di ripresa in quanto non in grado di effettuare la defibrillazione. Secondo quanto viene stabilito, la terapia vera e propria, viene sempre data in maniera prevalente dall'equipaggio del 118: un ambulanza del 118, con autista ed infermiere AUSL, giunta sul posto per prima, avrebbe potuto defibrillarlo, intubarlo, fare farmaci (per es. adrenalina) già prima dell'arrivo del medico, guadagnando minuti preziosissimi. Sempre nella risposta alla nostra interrogazione si legge: “.. la probabilità di recupero di un arresto cardiaco oltre i 10 minuti dall'avvento, risulta intorno allo zero per cento”. Sul tema vogliamo ricordare il recente salvataggio avvenuto nella stazione ferroviaria di Imola, dove la presenza di un defibrillatore e di un medico che si trovava sul posto casualmente, ha permesso di salvare una vita umana.

C'è un altro episodio gravissimo da segnalare occorso di recente - a seguito di una chiamata notturna – e relativo ad un bambino di un anno che presentava, a seguito di una caduta, un trauma cranico e che veniva accompagnato al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Imola dove, dopo una serie di accertamenti, veniva sedato, intubato e trasportato all'Ospedale Bellaria per un immediato intervento chirurgico.

Nella risposta della AUSL viene scritto che il bambino era stato trasportato in P.S. per trauma cranico con vomito e stato soporoso che sono sintomi di un trauma cranico gravissimo, ancor di più in un bimbo di un anno. Per questo ci chiediamo perché non sia venuto ai soccorritori lo scrupolo di far intervenire subito il medico del 118. L'ambulanza ha evidentemente sottostimato in maniera pericolosa le condizioni

del bambino, che già da casa avrebbero richiesto la presenza di un medico, visti i segni clinici che attestavano un grave trauma cranico.

Questi sono i rischi che corriamo quotidianamente senza un servizio di emergenza del 118! Vogliamo ribadire il fatto che la legge non può permettere che esistano cittadini di seria A e di serie B.

Noi continuiamo a chiederci come sia possibile che i tempi di intervento sulle aree extra urbane, come Medicina, Casalfiumanese, BorgoTossignano piuttosto che Sassoleone, per legge, possano essere di 20 minuti, mentre nelle aree urbane debbano essere, giustamente, di soli 8 minuti!

Detto questo, abbiamo anche analizzato l'ultima convenzione stipulata di recente tra l'AUSL di Imola e la Croce Rossa Italiana, per la copertura del turno notturno del servizio di emergenza territoriale e da essa si evince che i famosi 185.000 euro di risparmi, giustificati dalla necessità del taglio del servizio notturno – e che sarebbero stati ottenuti reimpiegando il personale del 118 all'interno dell'ospedale – oggi vengono interamente spesi nella nuova convenzione e addirittura maggiorati di oltre 40.000 euro!

Quindi, non solo non c'è più la causale del risparmio, ma c'è addirittura un aumento del costo iniziale del servizio.

 

Oltre al danno la beffa!

 

Noi rispettiamo il volontariato ed il ruolo fondamentale della Croce Rossa Italiana nella prestazione di un servizio integrativo, ma visti i costi oramai maggiori di C.R.I. rispetto a quelli che l'AUSL avrebbe sostenuto con personale proprio, chiediamo il ripristino immediato del servizio notturno del 118 con personale AUSL a Medicina e la copertura - con una ambulanza aggiuntiva e con il medesimo servizio notturno - anche dei comuni della Vallata del Santerno (Casalfiumanese, Borgo Tossignano, Fontanelice e Castel Del Rio) in modo da garantire una corretta copertura per tutti i cittadini.

Ci teniamo a precisare che non vi è nulla di strumentale in quanto descritto, ma solo l'evidenza che un mezzo sprovvisto di personale infermieristico non ha le competenze, l'esperienza, l'addestramento ed il "colpo d'occhio" di un mezzo del 118 della AUSL (che potrebbe attivare in autonomia molte terapie e manovre). In un ottica di razionalizzazione della spesa sanitaria, sarebbe opportuno avere un mezzo autosufficiente sul territorio e non un mezzo che necessita di un continuo supporto da parte del personale del 118.

Vogliamo ridare ai cittadini ciò che la costituzione sancisce all'articolo 32: sanità di qualità per tutti.

Da ultimo vogliamo mettere in evidenza che la responsabilità di questi tagli al servizio sanitario non è ascrivibile alla Croce Rossa Italiana, che come i cittadini si trova coinvolta in una “lotta tra poveri”, ma la responsabilità va totalmente attribuita ai dirigenti AUSL ed ai Sindaci del territorio citato, che nonostante una palese incapacità gestionale dei suddetti dirigenti continuano a confermarli e a non tagliare i loro enormi stipendi.

 

M5S Medicina, Casalfiumanese, Borgo Tossignano e Imola